lunedì, dicembre 29, 2014

Il prossimo Presidente della Repubblica Italiana. Il totoscommesse impazza

Il totopresidente, o toto quirinale, sta facendo registrare un gran numero di followers...





Su Facebook, Daniele Martinelli (giornalista indipendente, ex portavoce-stampa del M5S che adesso osserva i grillini dall'esterno, appoggiandoli ma anche criticandoli) ha appena comunicato:

"Il pentastellato Danilo Toninelli dichiara a Repubblica che se la 'rete' lo volesse, voterebbe Romano Prodi per il Quirinale. --- Io voglio credere che la 'rete' sceglierà qualcuno lontano dai partiti e soprattutto dall'euro."

Martinelli dunque storce la bocca a pensare a uno come Romano Prodi al Quirinale. Io invece non sarei contrario. Ma dico che l'elezione del "Mortadella" è impossibile. Anzitutto perché... antiberlusconiano.



Ricordiamoci: Prodi aveva in Europa, e nel mondo, le più alte credenziali quando era premier. I guai veri per l'Italia iniziarono proprio quando lui venne silurato dal Corruttore di Arcore: è da allora che navighiamo nel vortice infernale del bilancio in negativo e delle bacchettate sulle dita impartiteci da Bruxelles.
Come Presidente della Repubblica, "il Mortadella" sarebbe una garanzia di equilibrio e sobrietà. D'altro canto, però... Noi vogliamo uscire dall'Europa, e dall'euro (per diventare europei per davvero, non perché ci sentiamo estranei al Vecchio Continente e alla sua cultura; usciamo perché abbiamo capito che l'UE, così com'è, è una montatura di banche e multinazionali) e, in tal contesto, il buon "pretino" al Colle sarebbe un'assurdità.

Quali candidati dunque?

Ci sarebbe Gino Strada, in primis. Medico altruista, persona onesta. Il quale ha già fatto sapere: "Io non sarei il Presidente di tutti, ma solo dei giusti." A-ah. Strada non può piacere ai furbetti al potere, dunque. 

E penso a Dario Fo, Umberto Eco, Riccardo Muti (ma forse sono troppo vecchi, e troppo felici di essere già quel che sono per compromettersi nel merdaio che sappiamo)... Ci vuole insomma un uomo neutro, non un mestierante della politica... anche se le colonne della cultura sono assolutamente affini alla Sinistra.



Ma le speculazioni mentali e gli indovinelli non portano a nulla: il totoscommesse ha una sua ragione di essere solo se si considera la realtà dell'italica, maccheronica politica, in quanto - come sempre - saranno le forze maggioritarie, o meglio i capi di codeste, capaci come abbiamo visto di 'diktat' antipopolari, a scegliere il Numero Uno dello Stato; e non l'opposizione o l'insieme dei cittadini oppure le reti civiche.
Già, il prossimo Presidente sarà nuovamente un trombone, vedrete. Nascerà infatti sotto il segno del Patto del Nazareno. Sarà qualcuno che dovrà impartire (finalmente!) l'agognata grazia allo Gnomo, non scordiamocelo. (Ma perché? Perché lui si presenti apparentemente candido davanti a San Pietro?? No, io credo che il desiderio di Berlusconi sia il solito capriccio di un ego troppo grande per essere contenuto tra una cervice catramata e un rialzo di scarpe.)

Ho il sospetto (e forse il desiderio neppure tanto segreto) che Renzi e il suo padrino di Arcore si siano accordati su un nome: quello di Emma Bonino...

http://it.wikipedia.org/wiki/Emma_Bonino


La biografia di questa donna in fondo mette d'accordo tutte le fazioni maggioritarie, in quanto la Emma (che tra l'altro lotta o ha lottato per la legalizzazione della marijuana... eheheheh) ha avuto spesso alti incarichi in organizzazioni umanitarie internazionali, e non è mai stata veramente una di Sinistra, anzi: ha militato pure nelle Case delle Libertà (ovvero una coalizione del Centro-Destra) e, similmente a molti ex Radicali italiani, è passata vertiginosamente da una parte all'altra dello schieramento parlamentare e viceversa. Dunque: una bandiera al vento per quel che riguarda il mondo dei partiti, e perciò coerente alle idee fumose e da voltagabbana di tanti (tutti?) rappresentanti di FI, PD, DC et similia.

Per il suo impegno a 360° nelle faccende della giustizia umana e della parità dei sessi, d'altronde, lei ha tutte le carte in regola per farci fare una figura non proprio barbina nel mondo. Durante il Governo Prodi è stata  Ministro per il commercio internazionale e per le politiche europee. Leggo poi su Wikipedia che, nel gennaio 1995, "fu indicata dal primo governo Berlusconi come Commissaria Europea e le furono assegnati i portafogli della politica dei consumatori, della politica della pesca e dell’Ufficio Europeo per l’Aiuto Umanitario d’Urgenza (European Community Humanitarian Office, noto anche come ECHO)".
Si schierò a favore dell'intervento militare in Kosovo, cosa che le alienò il supporto di parte del mondo non-violento e pacifista. Ma allora lei precisò che il pacifismo finisce là dove iniziano i soprusi.
Fu anche il primo membro della Commissione europea a mettere piede in Bosnia dall'inizio della guerra nei Balcani, con la volontà di denunciare l'impotenza dell'Europa e il disinteresse dell'ONU dinanzi al protrarsi del conflitto e all'allargarsi della '"pulizia etnica"...

Nei due emisferi geopolitici, quindi, la Bonino sa muoversi, eccome. Ha combattuto contro il genocidio in Ruanda, e in Afghanistan venne addirittura arrestata perché contro i Talebani. E' inoltre una fervida antagonista delle mutilazioni genitali femminili, pratica molto diffusa nei Paesi Arabi e nel mondo mussulmano in genere.
Il suo nome per il Quirinale circolava già nel 1999 (poi venne eletto Azelio Ciampi...). Nel 2013 è nato sul web un "comitato Emma Bonino Presidente" che ha ottenuto le adesioni di importanti nomi del mondo della cultura e dello spettacolo come Sergio Castellitto, Margherita Hack, Marco Bellocchio, Luca Argentero, Geppi Cucciari, Renzo Arbore, Achille Occhetto, Luca Barbareschi, Imma Battaglia, Toni Garrani, Remo Girone.

https://www.youtube.com/watch?v=tvxUIVoexF0

https://www.change.org/p/emma-bonino-prossimo-presidente-della-repubblica

E il suo nome, lo sottolineo, è noto in Europa e nel cosmo intero per le sue battaglie egualitarie e i diritti umani. E' stata inoltre Ministro degli affari esteri nell'ambito del governo Letta...

Ammesso e non concesso che l'Italia acquisterebbe un po' di lustro agli occhi di tanti osservatori esteri se, come Capo di Stato, avessimo una donna, non credo che, all'infuori della politica, ci siano altri candidati con tante credenziali come lei.



Ma lasciamoci sorprendere! Conoscendo anche i vizi e i lazzi di cui sono capaci tipi come Silvietto e Matteuccio, è pure possibile che, per qualche arcano motivo, persino Emma Bonino sia per loro troppo "scomoda".
Forse i due cari padroni del Belpaese (o ex tale) preferiscono un ennesimo personaggio (semi)mafioso, magari con tanto di accertata lunga appartenenza allo schieramento berlusconiano.

E i grillini? Sarebbero d'accordo con la Bonino, loro?



Torniamo indietro di due anni e qualcosa:
"Se il Movimento 5 Stelle farà boom (come quello dei favolosi anni '60), il prossimo presidente non sarà un'emanazione dei partiti, come la Bonino".
Questo disse Beppe Grillo commentando l'avvicinarsi della scadenza del (primo) mandato di Giorgio Napolitano. Il movimento pentastellato allora fu in subbuglio, discutendo i nomi di Romano Prodi e di Emma Bonino. Poi si sa come andò a finire: venne rieletto il vecchio Giorgio... (che pur si rifiutava di concedere la grazia al fantastiglioso proprietario di Mediaset.)

I grillini (come me del resto) vedrebbero volentieri, al Colle, qualcuno che non sia inficiato con la "vecchia politica". Soprattutto Prodi è malvisto. Tra i nomi proposti dai pentastellati, anche stavolta: la Gabanelli (che non ha un passato all'interno della politica, e anzi, proprio per questo...) e, con forte convinzione, Rodotà e Zagrebelsky (economista il primo, giurista il secondo; ma entrambi non distanti dalla Sinistra per le loro idee, e dunque certamente invisi non solo al Berluska ma sicuramente anche al democristiano - perché altro non è - Renzi).

Secondo un sondaggio proposto dalla rivista online QNM ("magazine online di lifestyle maschile"), la classifica dei più probabili candidati all'elezione è così composta: al primo posto Pietro Grasso, poi Paolo Gentiloni (rampollo di una famiglia di nobili che militò nell'estrema sinistra; attualmente Ministro degli affari esteri), Mario Draghi, Walter Veltroni, Pier Carlo Padoan, Graziano Del Rio, Franco Marini, Silvio Berlusconi (horribile dictu!), Valerio Onida e, al decimo posto, Massimo D'Alema. Seguono poi, sempre in ordine di classifica: Gianni Letta, Casini, Amato e Zagrebelsky. Per trovare il nome di una donna, bisogna aspettare la 15sima posizione, occupata da Laura Boldrini.

Una donna? La Boldrini? E non la Bonino in testa a questa categoria???




Sono comunque apparsi persino Piero Fassino (sindaco di Torino) e Anna Finocchiaro. Ah già: e Roberta Pinotti, presentemente Ministro della Difesa...



Rimettiamoci al volere dello Gnomo e del Bimbominkia. Il Patto del Nazareno è, a conti fatti, un partito all'interno degli schieramenti parlamentari. Mentre la barca Italia affonda, il Diumvirato trama giochetti da nursery, divertendosi da matti (l'uno nei propri studi televisivi e sul campo di allenamento del proprio club calcistico, l'altro jettando a spese dei contribuenti e twittando all'impazzata). Renzusconi appioppierà di sicuro, alla già esausta cittadinanza, un personaggio scolorito, imbolsito...

Emma Bonino Presidente(ssa) della Repubblica sarebbe già un bel sogno, dunque.




sabato, dicembre 13, 2014

E' morto Ralph Giordano

Scrittore ebreo e commentatore della vita sociale e politica della Germania, si è spento giovedì a Colonia, all'età di 91 anni, dopo una caduta in casa e un inutile trasporto in ospedale. Ne ha dato annuncio la casa editrice Kiepenheuer & Witsch.
Giordano era nato ad Amburgo da padre siciliano e madre ebrea. Da giovane venne perseguitato appunto per l'origine semita della madre. La Gestapo lo torchiò a più riprese. Se riuscì a sopravvivere al periodo nazista fu perché, insieme ai genitori e a un fratello, rimase nascosto nella cantina dell'abitazione di un amico di famiglia.
Dopo la guerra entrò nel partito comunista, ma lo abbandonò nel 1957 disilluso dal regime stalinista. Continuò comunque a lottare sempre contro l'estrema destra e le intemperanze razziali. Scrisse 23 libri, molti dei quali sono divenuti bestseller sia in Germania sia all'estero.
Nel 1964 era entrato come giornalista nella WDR (terzo programma della Germania Occidentale), lavorandovi fino al 1988. Dopodiché divenne libero scrittore, componendo la cronaca delle sue esperienze sotto la croce uncinata.
Tra i suoi libri più celebri, la saga dei Bertini, che racconta le vicende di una famiglia italo-tedesca dal tardo XIX secolo fino alla Seconda Guerra Mondiale; e Sizilien, Sizilien! Eine Heimkehr ("Sicilia, Sicilia! Ritorno a casa").

Quest'anno c'è stata una vera e propria morìa di prominenti intellettuali tedeschi. Tra di loro: Stefanie Zweig, Walter Jens, Wolfgang Leonhard.