lunedì, dicembre 30, 2013

Danny Kaye (VIII)

(DANNY KAYE) Un pizzico di follia

 E' il primo film di Kaye per la Paramount e quello che diede il via alla sua collaborazione con il duo di produttori/registi Norman Panama e Melvin Frank. Ma - particolare non trascurabile - è anche il primo film della Dena Productions (la ditta fondata da Danny e da Sylvia Fine) e il comico poté godere di maggiore libertà di... movimenti. Non è un caso che per molti questa è la sua commedia più riuscita insieme a Il Giullare del Re.

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Titolo originale: Knock on Wood

Regia: Melvin Frank e Norman Panama (che sono anche gli autori dello script)

Anno: 1954



Interpreti:
Danny Kaye .... Jerry Morgan/Papa Morgan
Mai Zetterling .... Ilse Nordstrom
Torin Thatcher .... Langstrom
David Burns .... Marty Brown
Leon Askin .... Gromeck
Abner Biberman .... Papinek




Sinossi:
Il ventriloquo Jerry Morgan (Kaye), che lavora in un locale parigino, esce da un'ennesima storia d'amore sfortunata. Il motivo dei suoi fallimenti: ogni volta che ha una relazione seria, uno dei suoi pupazzi "parlanti", Clarence (l'altro si chiama Terrence), si comporta in maniera impossibile perché geloso.
Abbandonato dunque anche dall'ultima fidanzata Audrey, Morgan si convince di avere turbe psichiche; ma è più grave la persecuzione da parte di certi oscuri agenti, convinti che lui sia in possesso di preziosi documenti.
Il ventriloquo non lo sa, ma l'uomo che gli fornisce i fantocci, tale Papinek, è membro di un'organizzazione di spie che ha rubato i piani segreti per la costruzione di nuove armi potenti. Morgan si accinge a partire per Zurigo, dove vuole farsi curare, e proprio nella notte della sua partenza Papinek nasconde i piani segreti dentro Clarence e Terrence. Ora, c'è un altro gruppo di spie che vuole mettere le mani su quei microfilm, ed ecco dunque che lo squilibrato giovanotto viene pedinato anche da loro. E, come se non bastasse, sulle sue calcagne si pone finanche la polizia, che lo sospetta di essere un assassino.
Sarà proprio la sua abilità di ventriloquo a tirarlo fuori dai guai.



Giudizio:
Film altamente umoristico ritagliato a misura su Danny Kaye, sebbene inizialmente il ruolo fosse destinato a Bob Hope. Contiene due o tre sketch comici veramente indimenticabili e alcuni bloopers, o errori banali, nelle scene girate a Londra (tipo le automobili con la guida a sinistra).






domenica, dicembre 29, 2013

Danny Kaye (VII)

(DANNY KAYE) Il favoloso Andersen




Titolo originale: Hans Christian Andersen

Regia: Charles Vidor
USA, 1952

Autori: Myles Connolly, Moss Hart

Interpreti:
Danny Kaye ....  Hans Christian Andersen
Farley Granger ....  Niels
Jeanmaire Zizi ....  Dora
Joseph Walsh ....  Peter
Philip Tonge ....  Otto 




E' una pellicola sul famoso scrittore danese che ci ha donato tante belle favole. Per molti, è questo il film migliore interpretato da Danny Kaye. Andersen è ritratto come figura gentile, amico dei bambini e degli animali. Nella storyline si intrecciano alcuni dei racconti più conosciuti del danese, e c'è inoltre posto per un balletto ispirato alla sua "Sirenetta".  

 Nella realtà Hans Christian Andersen (1805-1875) era un individuo  pessimista, dunque alquanto distante dal personaggio interpretato da Danny Kaye. Da giovane Andersen fece esperienza della povertà, ma riuscì ad affrancarsene grazie al suo talento artistico. Le sue fiabe sono molto particolari: sempre tremendamente concrete e nitide, anche quando descrivono sogni e visioni, e hanno d’altra parte la capacità di infondere il 'fiabesco' anche negli oggetti più umili e prosaici della realtà ("Il tenace soldatino di stagno"). 
Lo scrittore, eccentrico e spesso scorbutico, nonostante il suo pessimismo era un credente. Con invenzioni fantastiche come "La sirenetta", "Le scarpette rosse" e "La bambina dei fiammiferi" (o "La piccola fiammiferaia"), ci fa riflettere sulla collisione tra un desiderio terreno (l’amore, la bellezza, la necessità di sfamarsi) e il desiderio di Dio. A volte si ha la sensazione che l’ascesa al cielo sia una compensazione di una realtà troppo crudele. E che Andersen tenda a reprimere la sessualità sublimandola nell’abbraccio con il Creatore. Ma la potenza ribelle dell’eros si manifesta comunque (è una possibile chiave di lettura per "Le scarpette rosse").
Un pezzo forte delle sue fiabe è la personificazione di animali e oggetti (cui avrebbe poi fatto ricorso anche Walt Disney): "Il tenace soldatino di stagno", "L’ago del rammendo", "Il vecchio lampione" e, ovviamente, "Il brutto anatroccolo". Ne "Il brutto anatroccolo" possiamo leggere l’aspetto autobiografico: la vera natura del cigno, prima misconosciuta e infine vittoriosa, sarebbe una figura traslata del talento del poeta. Eppure questa fiaba, nonostante l'happy end, è costellata di prove dure e solitudine...
Fortunatamente non c’è solo tragedia nelle fiabe di Andersen, ma anche ironia, scherzo e humor. Un classico esempio è "La principessa sul pisello": un'"autentica" principessa perché riesce a dormire male e a sentire il fastidioso pisello sotto la schiena anche se è coricata su venti materassi "più venti piumini". 
E soprattutto "I vestiti nuovi dell’imperatore", storia di due burloni che vanno alla corte del re, promettendo di tessere un vestito di filo magico, per cui l’indumento risulta invisibile agli stupidi e agli scansafatiche. Nessuno a corte, né i funzionari né il re, osano confessare di non vedere niente. E dunque la finzione va avanti come se niente fosse. I due burloni tessono il nulla, e il re finisce per andare in processione nudo. Anche il popolo finge. Finché la voce del bambino innocente, che esclama "il re è nudo!", non smaschera l’ipocrisia del potere e la sua pompa magna.
 


Nel film - lo ribadiamo: non è biografico! - viene fuori soprattutto la poesia contenuta nelle opere di Andersen. Tra le canzoni scritte da Frank Loesser (e non da Sylvia Fine, la moglie di Kaye, come accaduto finora) ricordiamo: "No Two People", "The King's New Clothes" ("I vestiti nuovi dell’imperatore"), "Wonderful Copenhagen", "Inchworm", "The Ugly Duckling" ("Il brutto anatroccolo") e "Thumbelina" ("Pollicina"). Gli scenari e i costumi sono grandiosi, e la recitazione di Danny Kaye...  beh, occorre dirlo?... è semplicemente favolosa.


La sinossi:
Il ciabattino Hans Christian Andersen incanta con le sue favole tutti i ragazzi di Odense, ma l'incomprensione degli adulti, che gli rimproverano di sviare dalla scuola i suoi piccoli ascoltatori, lo obbliga a trasferirsi a Copenaghen. Qui trova lavoro al Teatro Reale, dove l'impresario gli fa fare un paio di scarpette per la prima ballerina Dora, che ne è entusiasta. Hans s'innamora della ballerina e sotto l'influenza di questo suo sentimento scrive una delle sue più belle favole, "La sirenetta", che formerà la trama di un balletto, rappresentato con straordinario successo al Teatro Reale. Hans non puo' assistere alla trionfale rappresentazione, in quanto il geloso marito di Dora, che è il coreografo della compagnia, lo rinchiude in uno sgabuzzino. Il ciabattino-favolista riesce a liberarsi solo la mattina seguente, e corre subito da Dora per dichiararle il suo amore; ma resta profondamente deluso nell'accorgersi che lei non lo ama. Mentre le gazzette incominciano a pubblicare con successo le sue favole, Andersen si avvia tutto mesto al borgo natìo, dove lo ha preceduto la fama e gli sono riserbate le più liete accoglienze.









venerdì, dicembre 27, 2013

Dany Kaye (VI)

(DANNY KAYE) L'ispettore generale


Titolo originale: The Inspector General
Regia: Henry Koster
Anno: 1949
Nazione: Stati Uniti d'America
Autori: Nikolai Gogol (commedia)
Harry Kurnitz (screenplay)

Danny Kaye ....  Georgi
Walter Slezak ....  Yakov Goury
Barbara Bates ....  Leza
Elsa Lanchester ....  Maria
Gene Lockhart ....  Podestà
Rhys Williams .... Ispettore Generale
(...)



Un film che istiga a risate isteriche, in cui Danny Kaye si riconferma un genio della comedy.


In questo riadattamento del celebre lavoro teatrale di Gogol, Kaye impersona Georgi,  venditore ambulante di un intruglio che lui e il suo compare-zingaro Yacov (Walter Slezak) spacciano per "elisir di lunga vita". I due arrivano nella vivace città di Brodny e vanno subito incontro a guai seri: apparentemente, il loro "elisir" è puro veleno. Il podestà e il suo corrotto entourage, che sono in trepida attesa dell'ispettore generale, decidono di condannare i due forestieri all'impiccaggione, sperando così di fare carriera. Georgi, in cerca di salvezza, si imbatte in una ragazza di nome Leza (Barbara Bates). Leza non ha un carattere docile, ma Georgi la "doma" cantando "Happy Times" (scritta, come tutte le altre songs, da Sylvia Fine). Sboccia tra loro l'amore.
Il giovane si trova in una situazione poco piacevole, però, e bisogna urgentemente pensare al da farsi. Tutto sembra aggiustarsi quando lui viene incredibilmente scambiato per il tanto temuto ispettore in missione segreta: si vede soffocato di omaggi, allettato da offerte di denaro prima timide e poi sfacciate... Ci mette un po' a capire l'equivoco, e cerca di sfruttare la situazione a suo vantaggio. Ovviamente, a un certo punto il vero funzionario governativo (Rhys Williams) arriva a Brodny. Yacov e Georgi sono di nuovo sul punto di essere impiccati. Ma Yacov riesce a rubare i documenti dell'ispettore e li consegna a Georgi, che viene "riabilitato" con tante scuse... Un colpo di scena segue l'altro fino al felice finale. 



Film ottimo con un cast eccezionale. Tra le canzoni più accattivanti: "Hail to Brodny", "Happy Times", "Yacov's Elixer", "Arrogant, Elegant, Smart", "The Gipsy Drinking Song".




lunedì, dicembre 23, 2013

Danny Kaye (V)


(DANNY KAYE) Venere e il professore

Titolo originale: A Song Is Born
Regia: Howard Hawks
Anno: 1948
Nazione: Stati Uniti d'America
Durata: 113'



Questo rifacimento in chiave musicale di Colpo di fulmine (Ball of Fire, 1941, con Gary Cooper e Barbara Stanwyck), diretto dallo stesso Hawks, è migliore dell'originale per il consueto motivo: la faccia da eterno bambino, davvero irresistibile, di Danny Kaye. Ma stavolta il  vero protagonista è un altro: il jazz. Per gli appassionati del genere è un piacere quasi divino vedere "jammare" il fior fiore degli strumentalisti di quell'epoca d'oro: Benny Goodman, Tommy Dorsey, Louis Armstrong, Lionel Hampton, Mel Powell e Charlie Barnet. L'operatore è il medesimo Gregg Toland di Colpo di fulmine, ma col Technicolor invece del bianco-e-nero.
Lo schema è quello solito della bella donna che si innamora del presunto stupido. A raccontare la storyline si fa presto; più difficile è invece cercare di spiegare i tanti momenti altamente umoristici. Le risate, in effetti, sono - una volta di più - assicurate. Una  chicca tra tutte: dopo che il professore Magenbruch (Benny Goodman) annuncia di aver "scoperto" lo swing, i colleghi gli chiedono di suonare senza musica. E Magenbruch: "Non si può suonare senza musica!" "Beh, Benny Goodman ci riesce" lo informano. Al che, Magenbruch replica: "Benny Goodman? E chi è?"



Il plot:
Un ricco mecenate ha lasciato per testamento una cospicua somma che deve servire alla compilazione di un'enciclopedia della musica. Il professore Hobart Frisbee (Danny Kaye) è uno dei membri - rigorosamente scapoli - dell'austero club. Poi ecco piombare in questo luogo di clausura l'attraente Honey Swanson (Virginia Mayo), che cerca un nascondiglio per sé e per il suo fidanzato. La polizia è alle loro costole...
Una vera gemma.







Con: 
Danny Kaye ... Professore Hobart Frisbee
Virginia Mayo ... Honey Swanson
Louis Armstrong ... Se stesso
Steve Cochran ... Tony Crow
Tommy Dorsey ... Se stesso
Charlie Barnet ... Se stesso
Lionel Hampton ... Se stesso
Benny Goodman ... Professore Magenbruch

domenica, dicembre 22, 2013

Danny Kaye (IV)

(DANNY KAYE) Sogni proibiti

 Oppresso e intimidito da una madre dominante, un impiegato di una rivista di storie "pulp" si abbandona a sfrenati sogni a occhi aperti, in cui, nei ruoli di capitano di vascello, di giocatore di poker su un battello che solca le acque del Mississippi, di chirurgo, di pilota dell'aviazione britannica, e persino in quello di designer di cappelli, affronta mille pericoli e finisce per salvare sempre la stessa ragazza (Virginia Mayo). Finché non resta coinvolto sul serio in una pericolosa avventura.
Come il film precedente, anche questo è a colori - cosa abbastanza rara per quell'epoca - e, a parte che è di una comicità irresistibile, fa registrare la partecipazione del mitico Boris Karloff nei panni di un sinistro psichiatra. 

Walter Mitty (Danny Kaye) è l'eroe di tutte le avventure di cui lui va fantasticando. Al contrario del suo immaginario alter ego, però, nella vita di tutti i giorni è un insicuro. Vive con la genitrice (Fay Bainter) e ha una sciapita fidanzata (Ann Rutherford) che è a sua volta succube di una madre possessiva (Florence Bates), e tutt'e tre le donne, chi più, chi meno, gli perdonano le sue distrazioni, la sua eccentricità. Un giorno, il sogno di vivere per davvero una storia dai toni romantici si avvera: Walter Mitty incontra una misteriosa, avvenente donna, che assomiglia stranamente a quella delle sue fantasie. Lei gli rifila un libro nero senza che lui se ne accorga; su quelle pagine è indicato il nascondiglio dei gioielli della corona olandese, scomparsi durante la Seconda Guerra Mondiale. Ben presto il giovanotto si ritrova al centro di un ginepraio che va ben oltre le sue fantasie più ardite e, affrontando oscuri personaggi tra malintesi a non finire, gli tocca ammettere che essere un eroe nella vita reale è impresa tutt'altro che facile.   




The Secret Life of Walter Mitty (1947)
Titolo italiano: Sogni proibiti
Diretto da Norman Z. McLeod
Autori: Ken Englund, Everett Freeman (da un omonimo racconto di James Thurber)


Interpreti:
Danny Kaye ....  Walter Mitty
Virginia Mayo ....  Rosalind van Hoorn
Boris Karloff ....  Dr. Hugo Hollingshead
Fay Bainter ....  Mrs. Eunice Mitty
Ann Rutherford ....  Gertrude Griswald
Thurston Hall ....  Bruce Pierce






venerdì, dicembre 20, 2013

Danny Kaye (III)


Preferisco la vacca (The Kid from Brooklyn)



Un remake del classico di Harold Lloyd - diretto da Leo McCarey - The Milky Way, del 1934. Con la partecipazione di alcuni attori dell'opera originale (p. es. Lionel Stander nel ruolo di Spider); e anche la regia è di Norman Z. McLeod, che diresse alcune scene di The Milky Way. Ma allora - ci si chiederà - in che cosa consistono le differenze? Presto detto: in Danny Kaye, nell'aggiunta di alcune canzoni e nel colore.



Burleigh Sullivan (Danny Kaye) è un timido lattaio che per caso mette K.O. Speed McFarlane (Steve Cochrane), un campione di pugilato che fa la corte a sua sorella Susie (Vera-Ellen). I giornali pubblicano la notizia e poi un fotografo riesce a cogliere l'attimo in cui il lattaio manda di nuovo al tappeto Speed. A questo punto, il manager del pugile decide di trasformare Burleigh in un professionista del ring.
Burleigh sta al gioco, ignaro che tutti i suoi avversari sono stati pagati per perdere contro di lui. Pensa di essere per davvero un grande campione e si monta la testa, cambiando stile di vita e sviluppando una relazione con la cantante di nightclub Polly Pringle (Virginia Mayo).
Ben presto, si ritrova a dover combattere per il titolo di Numero Uno: proprio contro Speed...

 

The Kid from Brooklyn (1946)
Titolo italiano: Preferisco la vacca
Diretto da Norman Z. McLeod
Autori: Frank Butler, Richard Connell (copione del film del 1936)

Interpreti:
Danny Kaye ....  Burleigh Sullivan
Virginia Mayo ....  Polly Pringle
Vera-Ellen ....  Susie Sullivan
Steve Cochran ....  Speed McFarlane
Eve Arden ....  Ann Westley







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... e questo è l'originale: The Milky Way, con Harold Lloyd (1936)

lunedì, dicembre 16, 2013

Danny Kaye (II)




Ne L'uomo meraviglia (Wonder Man, 1945) Danny Kaye interpreta due gemelli "superidentici" ma dotati di personalità ben diverse.  
Buster Dingle, che si esibisce al Pelican Club con il nomignolo di "Buzzy Bellow", è un attorucolo senza grande talento, mentre suo fratello Edwin è un timido e serio studioso impegnato a scrivere un libro di storia. I gemelli Dingle non si sono visti da anni.
Buster, scomodo testimone di un omicidio commesso dal capo gangster "Ten Grand" Jackson (Steve Cochran), viene eliminato e gettato nel lago del Prospect Park, a Brooklyn. Torna al mondo come fantasma e chiede al fratello di fare giustizia. Il modo migliore di riuscirci è che Edwin prenda il suo posto fino alla data del processo...
Il fantasma di Buster - che può essere visto e sentito solo da Edwin - si impossessa a tratti del suo corpo, con risultati esilaranti. Le complicazioni sono accresciute (ancora una volta) dagli equivoci amorosi: Buster era fidanzato con Midge Mallon (Vera-Ellen), mentre Edwin ha un filarino con la bibliotecaria Ellen Shanley (Virgina Mayo).
Una gemma di comicità che non ci si stanca mai di guardare. Stupende le scene in cui Edwin scrive con entrambe le mani... Il film vinse un Oscar per gli effetti speciali.





Wonder Man (1945)
Titolo italiano: L'uomo meraviglia
Diretto da H. Bruce Humberstone
Autori: Arthur Sheekman (story), Jack Jevne (adaptation) ...
 
Interpreti:
Danny Kaye ....  Edwin Dingle/Buzzy Bellew
Virginia Mayo ....  Ellen Shanley
Vera-Ellen ....  Midge Mallon
Donald Woods ....  Monte Rossen
S.Z. Sakall ....  Schmidt



domenica, dicembre 15, 2013

Danny Kaye (I)

Prendo spunto dall'uscita de I sogni segreti di Walter Mitty (di e con Ben Stiller) per rispolverare un mia biografia di Danny Kaye (1913-1987), il comico per cui tuttora stravedo e che rimane l'unico, originale, inimitabile Walter Mitty!



Il vero nome di Danny Kaye era David Daniel Kaminski. Era il terzo e ultimo figlio di due ebrei ucraini impiantatisi a Brooklyn, e l'unico della nidiata che fosse nato in America (a casa sua si parlava yiddish; per i suoi genitori Danny rimase sempre "Duvidelleh"). A 12 anni conobbe Sylvia Fine, che più tardi, oltre a diventare sua moglie, avrebbe scritto numerosi sketch per lui.


David (come si chiamava allora) fu sempre uno spirito irrequieto. A tredici anni lasciò la scuola e fuggì in Florida. Ciò segnò l'inizio di un'odissea che lo portò a svolgere i più svariati mestieri, da venditore di rinfreschi a intrattenitore di strada. Si esibì nei teatri vaudeville e nei nightclub della zona dei monti Catskills prima di fare il commediante in Inghilterra. Al suo rientro negli States, nel 1938, rincontrò Sylvia Fine. Le loro strade si incrociarono precisamente in un accampamento per ebrei socialisti sui monti Poconos, in Pennsylvania.
I due convolarono a nozze nel 1940... per due volte: la seconda cerimonia si svolse secondo il rito ebraico, per calmare i genitori di lei che erano contrari alla loro unione.

Qui il comico divide una tazza di tè con Grace Kelly durante una pausa della lavorazione di Rear Window - Una finestra sul cortile



Nel 1941 Danny Kaye (come si chiamava adesso) apparve nello spettacolo di Broadway Lady in the Dark, dove presentò il famoso numero "Tchaikovsky," di Kurt Weill e Ira Gershwin, in cui cantava a velocità pazzesca i nomi di 54 compositori russi - reali e immaginari - in soli 38 secondi e senza mai tirare il fiato.
Il produttore cinematografico Samuel Goldwyn Jr. lo prese sotto contratto e la stella di Danny si accese definitivamente.
Sono almeno dodici i film interpretati da questo straordinario attore comico che non dovrebbero mancare in nessun archivio degli amanti delle buone commedie. Li esamineremo uno per uno, giacché le cose buone non devono cadere nel dimenticatoio.
Iniziamo subito con...



(DANNY KAYE) Come vinsi la guerra (noto anche come Così vinsi la guerra)


(Up in Arms, 1944). 

Molti lo considerano tra i 10 film più divertenti di tutti i tempi. Fin dal suo debutto Kaye si profila come il re dei commedianti, esperto - tra le altre cose - di impossibili scioglilingua. Il suo personaggio è quello di Danny Weems, un ragazzo d'ascensore timido e ipocondro (un eccellente prototipo di Woody Allen!). Di lui finirà per innamorarsi un'infermiera militare (Dinah Shore). Ma dapprincipio Danny ha già una ragazza: Constance (Mary Morgan). Peccato che Constance perda la testa per il compagno di stanza di Danny (Joe Nelson). Ciò per quanto riguarda le complicazioni sentimentali.
Tutti quanti vengono mandati nel Pacifico e il pauroso (e, non dimentichiamolo, ipocondro) Danny si ritrova a catturare da solo un intero plotone di giapponesi, divenendo, contro la sua stessa volontà, un eroe di guerra. Inutile dire che è a questo punto che la bella infermiera, ovvero la splendida cantante-attrice Dinah Shore, sarà definitivamente sua.
Numerose le scene indimenticabili: quella in cui un uomo entra nell'ascensore e racconta a Danny di essere appena stato dal dottore e di sentirsi perfettamente guarito. L'uomo si raschia la gola, e Danny: "Cos'è quello strano rumore?" Quando l'ascensore arriva al pian terreno, vediamo l'uomo che, con aria sgomenta, si stringe il petto.
Oppure la scena sulla nave, dove Danny, circondato da un gruppo di rudi marinai, apre e chiude la bocca al suono di una canzone di Dinah Shore, perché è vietato tenere un giradischi e il Nostro vuol far credere che è lui a cantare. I marinai strabuzzano gli occhi, poi il disco si incanta - "Now I know... Now I know... Now I know... " - e l'imbroglio è scoperto. ("Now we 'bout know!" sbotta uno dei marinai con forte accento newyorkese). O l'imitazione che Danny fa dello scozzese... O il suo soprannome di "Lampo Purpureo". E la sua immeritata fama di playboy...

Up in Arms (1944)
Titolo italiano: Come vinsi la guerra
Regia di Elliott Nugent
Autori: Owen Davis (commedia), Don Hartman ...
Interpreti:
Danny Kaye ....  Danny Weems
Dinah Shore ....  Nurse Lt. Virginia Merrill
Dana Andrews ....  Joe Nelson
Constance Dowling ....  Mary Morgan
Louis Calhern ....  Col. Ashley
George Mathews ....  Private Blackie Snodgrass