mercoledì, marzo 04, 2009

Armati di clava vinceremo...

Se si va sul canale di Youtube del "Governo Berlusconi", si scoprirà che sono disattivate le opzioni per inserire commenti e per aggiudicare un voto. Ciò non può stupire, pensando a quanti "vaffa", "incompetenti!" e "andate a zappare!" si beccherebbero questi video...

Lo stesso sito Governoberlusconi.it offre ben scarsa interattività. In Mediaset peraltro ridono quando sentono che il Web sta prevalendo sul broadcasting tradizionale, e investono pochissimo su Internet (il contrario di quello che hanno fatto all'estero la BBC e tutti i grandi editori, Rupert Murdoch in primis). Per sua stessa ammissione, Berlusconi è "un vecchio signore che scrive ancora con la penna" e non conosce Internet, rimanendo affezionato alla vecchia tivù; e il suo entourage si comporta di conseguenza. Tutti i siti di e attorno al cosiddetto Popolo delle Libertà sono lontanissimi dai modelli più avanzati di Web 2.0 e, contro la valanga di denigrazioni di uomini politici e programmi governativi, questo partito sembra affidarsi ad alcuni maldestri "controllori della rete" che, sui vari blog e aggregatori di blog (oknotizie.alice.it, http://www.wikio.it/, ecc.), ribattono alle critiche con frasi intelligenti come "state zitti sporchi comunisti!" e "perchè non volete capire voi del pd (Partiti Definitivamente) e sinistra radicale giustizialista che le elezioni non si vincono insultando continuativamente Berlusconi!". Senza un minimo accenno di logica e fondatezza. Dunque: alla Ragione oppongono lo spam.

Intanto ha fatto flop "Ovopedia", progetto voluto dal premier in persona e che doveva diventare un sito in cui "riscrivere la Storia" (ovviamente secondo i parametri propri della più becera reazione; volevano persino revisionare - in meglio - le figure di Hitler e di Mussolini...). La chiusura di "Ovopedia" ha significato il licenziamento di quasi 700 persone che erano state chiamate a realizzarla. E dire che lo stesso Mago di Arcore ha sempre spergiurato: "Io non licenzio mai nessuno!" 

E, mentre da una parte si registrano fallimenti, dall'altra i siti di Beppe Grillo e Antonio Di Pietro, grazie alle loro scomode verità e alla loro fisiologia - che permette a ciascuno di esprimere la propria opinione -, diventano vere e proprie tavole rotonde dell'Italia intera, non soltanto dell'Italia di sinistra.

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