domenica, febbraio 24, 2008

La classe operaia va in paradiso

(1972)

 


In questo film di Elio Petri su sceneggiatura scritta insieme a Ugo Pirro, Gian Maria Volontè interpreta Ludovico "Lulù" Massa, operaio metalmeccanico orgoglioso del macchinario a cui è stato assegnato e dei frenetici ritmi di produzione che riesce a raggiungere e a cui i suoi compagni sono costretti ad adeguarsi. Lulù è ovviamente encomiato dal padrone mentre i colleghi gli sputano addosso schiume di rabbia; e la sua vita privata, resa più aspra dall'ulcera che lo tormenta, è un esempio di vacuità consumistica nonché umana, inclusi gli incontri con l'amante, che da lui desidera principalmente una pelliccia di visone. Alle agitazioni operaie Lulù non partecipa... finché, a causa di un incidente sul lavoro, non perde un dito. Sconvolto dalla mutilazione, inizia a cercare conferme fuori e dentro la fabbrica, schierandosi con un gruppo extraparlamentare (anziché con il meno oltranzista movimento sindacale). Dopo alcuni tafferugli con la polizia, viene licenziato. Un brutto colpo per un animale di produzione e ultracottomista come lui, soprattutto perché grazie alle otto ore quotidiane nella catena di montaggio era riuscito finora a mantenere due famiglie (strepitosa come al solito Mariangela Melato). In un parossismo di paranoia sociale, si rivede l'ormai folle stakanovista ritornare alla sua amata macchina grazie all'intervento dei sindacati, da lui prima snobbati.

Emblematica la scena finale, quella in cui gli operai parlano fra rumori assordanti, travisando ogni parola e rallegrandosi senza motivo mentre partecipano al sogno "paradisiaco" del confortato Lulù Massa: il manicomio di una fabbrica è l'unica dimensione per i tipi come lui.



La classe operaia va in paradiso è una fotografia perfetta non solo del passato recente d'Italia, ma anche del caos nelle attuali prigioni del lavoro. Ai suoi tempi suscitò molte polemiche negli ambienti della Sinistra perché si tendeva a mitizzare la figura dell'operaio e a sottacere le discordanze tra le varie forze impegnate nella lotta di classe. Questa e altre opere (Omicron di Ugo Gregoretti, film di "fantascienza" del 1963 con Renato Salvatori) contribuirono a gettare una luce di verità sulla natura nevrotica della classe lavoratrice, sulla bassezza, sulla falsità (anche politica e ideologica) e sulla stupidità dei sisifi dell'industria, produttori a stipendio ridottissimo di inquinanti iniquità.  


Bella la colonna sonora di Ennio Morricone.









 


La classe operaia va in paradiso

Regia: Elio Petri

Interpreti: Gian Maria Volonté, Mariangela Melato, Flavio Bucci, Luigi Diberti, Salvo Randone, Gino Pernice, Donato Castellaneta, Ezio Marano, Carla Mancini, Renata Zamengo, Guerrino Crivello.

Italia, 1972. 125 minuti. 


- Palma d’Oro al Festival di Cannes 1972 ex aequo con Il caso Mattei, altra pellicola interpretata da Volontè.

- David di Donatello 1972 per il miglior film.

domenica, febbraio 17, 2008

Casi di suicidio in Galles

E' successo di nuovo. Stavolta a togliersi la vita sono stati due cugini di Bridgend: il 15enne Nathaniel e la 20enne Kelly. Nathaniel è spirato in seguito alle gravi ferite che si era indotto, Kelly si è impiccata in casa dopo avergli fatto visita in ospedale.

Proseguono i misteriosi casi di suicidio nel sud del Galles. Dal 2004 se ne registrano sedici; tutti i soggetti erano sotto i 27 anni. Una delle possibili cause sarebbe stata individuata in un "patto mortale" stipulato tra i ragazzi sul sito Internet "Bebo", anche se la polizia non ne ha ancora le prove.

Il clamore è enorme. Cerca però di ridimensionarlo Carwyn Jones, deputata parlamentare di Bridgend. La Jones tiene a puntualizzare che ogni cosa si svolge "secondo la norma": nella regione, infatti, fin da sempre avvengono in media venti suicidi all'anno, ovvero il 35% in più che nel resto della Gran Bretagna.

Solo nell'ultimo anno sono almeno sette i giovani che si sono tolti la vita nella zona di Bridgend. Molti di loro si sono impiccati apparentemente dopo aver trascorso alcune ore a "chattare" su Internet.
Molti dei suicidi avevano pubblicato i loro profili sul sito di incontri "Bebo". Dopo la loro morte, altri ragazzi hanno creato pagine sul web per rendere loro omaggio e ricordarli.

Anche la 17enne Natasha Randall, studentessa del primo anno al college di Bridgend, prima di suicidarsi lo scorso 23 gennaio aveva pubblicato messaggi dedicati a varie persone che si erano tolte la vita. Uno era rivolto a Liam Clarke, 20enne trovato cadavere in un parco di Bridgend il 27 dicembre 2007. Quest'ultimo era amico di un'altra vittima, il coetaneo Thomas Davies, che si era tolto la vita soltanto due giorni dopo il funerale di un ennesimo ragazzo suicida, il 19enne David Dilling.
Si sospetta che ci siano collegamenti anche con le morti di Dale Crole (18 anni) nella vicina Porthcawl e di Zachary Barnes (17) di Bridgend. Nei primi giorni del 2008, sempre a Bridgend, il 27enne Gareth Morgan era stato trovato morto nella sua camera...

sabato, febbraio 09, 2008

Cristiano Lucarelli: esemplare figura di professionista

3 febbraio 2008. Nel suo esordio ufficiale con il Parma, Lucarelli realizza già la sua prima rete: segno che la classe non è acqua. Pur se il suo nuovo club alla fine dei 90 minuti soccomberà (2-3 al Tardini contro l'Atalanta di Del Neri), i tifosi emiliani hanno avuto conferma che l'acquisto del celebre centravanti è stata una decisione felice e che il Parma non potrà che trarre vantaggi dalle prestazioni del bomber over 30, un po' come succede alla Fiorentina con l'altra vecchia gloria Vieri e al Bayern München con Luca Toni.


 Dopo la stagione 2006/2007, Lucarelli era stato ceduto per 8 milioni di euro allo Shakthar, che provvide a ricoprirlo d'oro: triennale da 4 milioni a stagione. Niente male per un attaccante di - allora - 32 anni! Lui sarebbe rimasto volentieri a Livorno, ma visto che i fans (inspiegabilmente) lo  contestarono, Cristiano, emblema degli Amaranto e due volte capocannoniere della Serie A, in accordo con la società fece le valigie trasferendosi appunto in Ucraina. Per "Cristiano gol" si è trattato della seconda esperienza lontano dall'Italia, dopo quella di dieci prima a Valencia, quando un grave infortunio bloccò la sua ascesa nella Liga spagnola.

A Livorno nessuno gli diede del traditore per la scelta fatta, né i tifosi (di cui resta un idolo) né la stessa società, che lo ringraziò con una nota ufficiale apparsa sul sito internet:

"L'A.S. Livorno ringrazia Lucarelli, capitano e professionista esemplare, per le molteplici emozioni trasmesse nelle quattro stagioni con la maglia amaranto. Con le sue 93 reti, è stato il secondo cannoniere nella storia del Livorno e il vincitore della classifica realizzatori della serie A 2004/2005, ha contribuito in maniera determinante alla conquista della storica promozione in A, alle tre salvezze consecutive in massima serie e alla partecipazione nella Coppa Uefa 2006/2007".

Il comunicato si concludeva con i ringraziamenti di rito: "La società A.S. Livorno Calcio nella persona del Presidente Spinelli saluta con grande affetto il giocatore e l'uomo. Al calciatore l'augurio più sincero di un felice proseguimento di carriera e di vita".


Cristiano non è soltanto un bomber, ma anche una persona di sani principi. Al momento di partire per l'Ucraina si sentì obbligato a dare spiegazioni ai tifosi, dichiarando che con i soldi guadagnati all'estero voleva fare qualcosa anche "per la sua gente", investire a Livorno, creare nuovi posti di lavoro. Sulla sua homepage www.cristianolucarelli.com sono contenuti molti interessanti articoli (tra cui un ritratto a firma di Alessandro Lucarelli, suo fratello) che svelano la personalità di questo professionista d'eccezione.


Le sue peculiarità caratteriali risaltano tra l'altro benissimo dalla sua biografia. Nell'estate del 2003, reduce da una stagione disgraziata con il Torino, retrocesso in serie B con il suo centravanti autore di un unico gol, Cristiano aveva rinunciato all'offerta di un miliardo di vecchie lire pur di poter tornare a casa e firmare con il Livorno, club di cui era tifoso fin da bambino. Il suo procuratore, Carlo Pallavicino, ne aveva tratto spunto addirittura per scrivere un libro, diventato presto un bestseller.

Quattro anni e una novantina di gol dopo, Cristiano Lucarelli lasciò - sia pur a malincuore - la Toscana per involarsi verso l'Europa dell'Est. Un'altra avventura straordinaria nel suo percorso esistenziale... Avventura che fin dall'inizio si rivelò felice, dato che, grazie anche all'attaccante italiano, lo Shakhtar Donetsk (sotto la guida di Lucescu) ha potuto finalmente raccogliere successi in campo europeo, oltre che stravincere il campionato ucraino.

Come Luca Toni (anche lui non più giovanissimo), il quale si è accasato a Monaco dove è subito diventato l'idolo dei tifosi del Bayern, anche Lucarelli ha raccolto plausi e simpatie nella sua nuova località distante dai patrii lidi. E le sue prestazioni in Champions League hanno fatto sicuramente mangiare le unghie a quei presidenti italiani che non vollero sborsare per il suo cartellino una cifra adeguata, favorendo così lo Shakthar.


Il sogno di Cristiano era, allo scadere del contratto con gli ucraini, di tornare a Livorno, per chiudere la carriera nella sua amata città. E' approdato invece a Parma; ma Parma è solo a un tiro di schioppo, e un po' di libeccio arriva fin là... 



                                      

Gioia e libertà.  Lucarelli non è l'unico calciatore ad avere una grande passione per Ernesto 'Che' Guevara: anche Riccardo Zampagna, Fabrizio Miccoli, Davide Balleri e Juan Sebastian Veron stravedono per il mitico rivoluzionario argentino. Così come Diego Armando Maradona, del resto. Ma questa è un'altra storia.