domenica, gennaio 13, 2008

Il dittatore dello Stato Libero di Bananas

 Il titolo originale è Bananas, che significa qualcosa come "Follie". Allen scelse di chiamare così il suo secondo film (il terzo, se includiamo Che fai, rubi?) in parte per omaggiare i Marx Brothers (Duck Soup, 1933). In realtà, nell'originale lo Stato sudamericano in questione si chiama "San Marcos", non "Bananas", e il dittatore risponde al nome di "Esposito" e non a quello di "Castrado"; ma le variazioni nella versione italiana - la maggior parte di esse abbastanza decenti - sono giustificabili con le esigenze di creare un approccio tra il nostro pubblico e l'allora semisconosciuto comico ebreo-americano.


La storia:

Fielding Mellish (Woody Allen) lavora come collaudatore in una grande azienda. E' un omino dalla vita scialba, ma tutto cambia quando si innamora di Nancy (Louise Lasser), una ragazza socialmente impegnata che lo coinvolge in picchetti e lotte politiche. Quando tra i due il rapporto finisce,  Fielding, disperato, va a trascorrere le vacanze a Bananas. Lo sperduto Paese latino-americano è teatro della lotta tra i ribelli di Castrado e le forze armate che fanno capo al dittatore di turno, Emilio Molina Vargas. Il piccolo "gringo" si ritrova a combattere insieme ai guerriglieri e poi finisce addirittura per guidare il governo rivoluzionario che ha soppiantato quello di Vargas. Nascosto dietro a una ridicola barba posticcia, Fielding si reca negli Stati Uniti per chiedere aiuti economici e lì viene smascherata la sua vera identità: è lui quel cittadino americano che era stato dato per scomparso nello Stato di Bananas... Un turbinio di eventi lo porterà in tribunale e infine a essere un idolo della folla.


Per i tempi che correvano, Il dittatore dello Stato Libero di Bananas era una satira davvero feroce contro la politica estera statunitense, anche se (come sempre in Allen) non mancano le frecciatine a un certo tipo di vita "alternativa", sinistrorsa. La Lasser, nei panni di Nancy, interpreta la tipica attivista sociale che non disdegna di dedicarsi a pratiche esoteriche e, per fare un altro esempio, l'ultima scena è una presa in giro del bed-in di John Lennon e Yoko Ono. Quelli erano anni ricchi di eventi-clou; basti ricordare che nel 1971, e dunque al momento in cui il film uscì, era ancora in corso la guerra in Vietnam. Allen e il suo coautore Mickey Rose (la cui firma è anche sulla sceneggiatura di Prendi i soldi e scappa, 1969) dovevano solo attingere a piene mani dalla cronaca...  


Ma a rendere piacevole ancora oggi il film è la vis comica del giovane Woody, davvero irresistibile. Stupende le riprese dell'abbuffata-a-due in riva al mare insieme alla bruna rivoluzionaria, con l'attore che rumina in maniera divinamente disgustosa. Una gag simile si ripeterà ne Il dormiglione, stavolta in un pranzo futuristico con Diane Keaton.

Louise Lasser, attrice dai tratti scandinavi, fu la seconda moglie di Allen. Aveva già recitato con lui in Prendi i soldi e scappa. Al tempo di Bananas, la coppia era già divorziata da un anno. Dopo Louise, nella vita del piccolo genio di Brooklyn entreranno la Keaton, Stacey Nelkin, Mia Farrow... ma per quasi trent'anni, e cioè fino al 1997, quando recherà sull'altare la propria figliastra Soon-Yi, Woody non si risposerà più.




"Avevo un buon rapporto, direi, con i miei genitori. Di rado mi picchiavano. Anzi, credo che mi picchiarono, in effetti, un’unica volta, durante l’infanzia. Cominciarono a picchiarmi di santa ragione il 23 dicembre del 1942 e smisero nel ’44, a primavera inoltrata."







Da segnalare in Bananas l'esordio di un giovanissimo Sylvester Stallone nel ruolo del teppista metropolitano.

Il soundtrack, comprendente la canzone "Quiero La Noche", è stato composto da Marvin Hamlisch, uno dei pochissimi artisti ad aver vinto Oscar, Emmy, Tony e Grammy.

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