venerdì, dicembre 30, 2005

Tutto Adams

Ho appena immesso online la mia web-pagina su Douglas Adams!

E' stato un lavoro duro ma alla fine sono riuscito a farla venire come mi ero proposto, inserendo perfino una "vera" Guida Galattica in italiano! (si trova nella sezione delle utilità e funziona rigorosamente in MS-DOS).
Sul sito troverete inoltre testi, articoli e racconti di Adams in lingua originale.

Douglas Adams (1952-2001)

A parte questo, surfando per gli spazi intergalattici ho addirittura trovato tutt'e cinque i romanzi del Nostro che a suo tempo vennero pubblicati nella collana Urania: liberamente scaricabili!

- Guida Galattica per gli Autostoppisti

- Ristorante al termine dell'Universo

- La vita, l'Universo e tutto quanto

- Addio, e grazie per tutto il pesce

- Praticamente innocuo


Buon Anno a tutti!

domenica, dicembre 18, 2005

Strenne natalizie

Voglio fare un regalo a tutti gli appassionati di fantascienza. E' presente online la mia novella Transits, scaricabile anche in formato .doc

Ho inoltre finito il (breve) romanzo distopico Città dell'Alfabeto (aka Alphabet City) .
Con una semplicissima google-ricerca ne troverete in Rete la "web-version", che rappresenta però soltanto l'ormai storica prima stesura (molto più corta).
Il romanzo vero e proprio è destinato alla pubblicazione su carta. Comunque, lo mando con piacere (gratis, ovviamente) a chiunque me ne faccia richiesta tramite eMail. Volentieri accettasi anche richieste di editori e/o una qualche raccomandazione ("all'italiana") da chi ha conoscenze nel settore squalo-librario. ((-:

martedì, dicembre 13, 2005

Addio a Richard Pryor

Se ne va, a soli 65 anni, dopo una lunga lotta contro la sclerosi multipla, Richard Pryor, principe della comicità afroamericana, colui che dagli anni Settanta aveva trasformato l’orgoglio dei neri in una miscela esplosiva di satira e autoironia.
Rimarranno indimenticabili i suoi film insieme a Gene Wilder; ma Pryor, la cui biografia è a dir poco insolita (è cresciuto in un bordello...), è ricordato in America soprattutto per i suoi one-man-shows ("Live in Concert" del 1979 è un classico).
Tra i film che interpretò: "Wagon lits con omicidi", "Car Wash", "Non guardarmi, non ti sento" e "Chi più spende, più guadagna".

Un altro Grande che ci lascia. Un altro tassello della nostra memoria collettiva che si tinge del colore del lutto.

sabato, dicembre 10, 2005

Morto Robert Sheckley

Si è spento ieri (9/12/2005) Robert Sheckley, uno degli autori più di culto della fantascienza mondiale. Il 76enne newyorkese era stato colpito da aunerisma celebrale circa tre settimane fa, mentre si trovava a Kiev (Ucraina) per partecipare alla SciFi-Computer-Week. Dopo il rientro in patria e il ricovero in una clinica di Poughkeepsie (N.Y.), sembrava potesse riprendersi, ma una ricaduta gli è stata fatale.

Sheckley, considerato uno degli esponenti di spicco della fantascienza sociale degli anni Cinquanta e Sessanta, ci ha donato atroci e in parte profetiche antiutopie come La decima vittima, Il prezzo del pericolo e Il viaggio di Joenes. In quest'ultimo romanzo (scritto nel '62) attacca impietosamente le istituzioni dell'establishment, anticipando le paranoie che caratterizzano la vita di oggi: la freneticità degli oggetti che ci travolge, il dolore del sapersi numeri e non entità umane, il tracollo a fronte dell'incedere spietato dei mostri del consumo. E in Computer Grand-Guignol raccontò una storia di intelligenze artificiali che si comportano come divinità capricciose e hanno poi bisogno dello psicanalista...

Il cognome Sheckley è un'americanizzazione di Shekowsky. Lo scrittore era nato infatti - nel 1928 - da padre polacco e madre lituana. Cominciò a pubblicare nel 1952, e numerosi suoi racconti erano ambientati a New York, sua città da sempre.
A lui si deve, tra le altre cose, la teorizzazione dell'invenzione dell'"alienometro", uno strumento usato per misurare il grado di sanità mentale dei cittadini.

mercoledì, dicembre 07, 2005

Douglas Adams - Guida galattica...

Ovviamente tutti conoscono i romanzi di Douglas Adams. Ma se per davvero ci fosse qualcuno che, vivendo in una galassia tutta sua, non si è mai procacciato nessuna di queste fantasmagorie, gli consiglio vivamente di farlo; pena altrimenti la teleportazione nel ristorante al termine dell'universo (!!!).

Sto rileggendo a distanza di circa dieci anni dalla prima, felice volta, l'intera saga di Adams. In dieci anni possono accadere tante cose, sia nell'ambito delle ricerche scientifiche sia in quello della letteratura di SF; eppure, le "trovate" di Adams non hanno smarrito neppure uno iota della loro freschezza.

Questo autore si approccia alla fantascienza in maniera parodiante: non per niente la sua biografia presenta parecchi links che riportano ai mitici Monty Python. Perciò, nessuno deve aspettarsi di imbattersi nei suoi romanzi in qualche spiegazione su base tecnologica, come siamo stati abituati dai "classici" del genere. E' il caos a regnare l'universo, un universo in cui vivono le razze più svariate (questi libri sono un autentico bestiario "marziano", in effetti!). Tra tutte le razze, quella umana è una tra le più inferiori. Anzi, ben presto scopriremo addirittura che topi e delfini sono/erano i veri padroni del nostro pianeta...

Arthur Dent è il tipico Homo anglicanus; dunque niente di strano che si ritrovi a viaggiare per le galassie con indosso una vestaglia e con le pantofole ai piedi. Non c'è nulla di paradossale neppure nel fatto che non si sia mai accorto che l'amico Ford Prefect (compagno di bevute nel pub all'angolo) sia una creatura da un altro mondo (e, più specificatamente, un ricercatore per la "Guida galattica"). E' Ford a prendere lo stonato Arthur Dent con sé su una nave spaziale nel momento in cui la Terra viene distrutta per far posto a un'autostrada cosmica.
Arthur non è l'unico umano sopravvissuto: c'è infatti anche Trillian, una sua conterranea abbordata, durante un party a Londra, dal bicefalo - e dicotomico! - Zaphod Beeblebrox...

Douglas Adams fu stroncato da infarto nel 2001, ad appena 49 anni. Ma DON'T PANIC: lo scrittore continua a vivere nelle sue opere. Il recente film "Hitchhiker's Guide to the Universe", tra l'altro, si basa su una sceneggiatura a cui lui lavorò per un buon ventennio.

Oltre alla pentalogia della "Guida galattica per gli autostoppisti", consiglio vivamente i suoi due romanzi, altrettanto esilaranti, su Dirk Gently, l'"investigatore olistico". (Che si avvicinano di più a una sorta di satira horror).

Qui un link per chi volesse approfondire.

venerdì, novembre 25, 2005

La rivolta dei Golem

seduti in fila contro una rozza parete
le facce immerse in schermi baluginanti
molti già gobbi, altri senza scarpe
tutti comunque accecati dal sistema binario
vestiti di cenci nei nudi scantinati
a pigiare sui tasti e accarezzare il mouse
al servizio della follia millenaria
con il freddo nelle ossa e le fiamme in testa
succhiando la pappa verdognola
dal tubo di gomma calante dall'alto

decisero d'un tratto di dare l'input
a un pensiero tante volte espresso
ma mai realizzato: sollevatisi in sincronia
staccarono le spine, sciamarono fuori
nelle strade buie, violando il coprifuoco
sfiorarono guardinghi facciate d'amianto
ruppero le insegne all'argon del potere
cavalcarono l'ipertesto del terrore imposto
sodomizzando la fiducia degli abbienti
e sverginando bambinelle Nintendo

un esercito di cenciosi senzasperanza
occhi e cervello rovinati, eppur felici
di inalare l'aria gelida della civiltà
di suggere jazz e scoppi di poesia
appostati dietro finestre blindate di club
rifiorenti almeno per uno scampolo di notte
a contemplare l'umana complessità
prima di tornare, all'alba, ai terminal
e, riattivatili, proseguire la protesta
nel fondo più nero del bunker materno

mercoledì, novembre 23, 2005

E' un periodo di grande attività scribatoria. Sto finendo il romanzo di SF Città dell'Alfabeto, sto mettendo insieme una silloge di racconti in italiano a firma franc'O'brain e una in tedesco (quest'ultima in collaborazione con Sieglinde Breitschwerdt) e presto rinfrescherò le mie varie homepages inserendo nuovi scritti in prosa e poesia.

domenica, novembre 20, 2005

Newworld Machine - II

E' indicativo, se non addirittura tipico, di quello che ci attende: in un blog ho trovato la roboante scritta: "Le 7 tecnologie che cambieranno la nostra vita". Nessun'altra spiegazione. Faccio click sul link ivi presente , che riporta a un file in formato .pdf sul sito della Toshiba Computers e... mi si blocca la macchina.

martedì, novembre 01, 2005

Ricordi della Cortina di Ferro

Rivedendo mio fratello dopo tanti anni, torno ad ammirare un mio regalo che gli feci nel 1990, all'indomani della Caduta del Muro: uno stemma sovietico, che comprai nell'allora "Zona della Morte" tra Berlino Ovest e Berlino Est. Mein Gott, quanto tempo è passato! L'intera Europa Orientale si è nel frattempo trasfigurata a colpi di glasnost e di globalizzazione, l'Impero Sovietico si è vieppiù sfaldato, e del fascino dei film di spionaggio nessuna traccia più. Ora abbiamo le colf estoni e lettoni a casa nostra e minorenni rumene, moldave e ucraine al servizio dell'amore appena dietro l'angolo di casa. Per un viaggio a Praga, Budapest o San Pietroburgo non abbiamo più bisogno di chissà quali pratiche burocratiche e a Napoli (come mi raccontano) ci sono le polacche che lavano i vetri ai semafori.
Ancora quindici anni fa, passavo, insieme ad Andreas, attraverso una breccia nel Muro e guardavo negli occhi i Grenzpolizisten della DDR sulle loro macabre torri di guardia. Oggi passeggio sull'Alexander Platz come se fossi a Monaco di Baviera o a Milano: sorseggiando Coca-cola e ascoltando annoiato l'ultimo hit sfornato dal Dorato Occidente.
Indubbiamente, con la Riunificazione ci abbiamo rimesso tutti quanti.

venerdì, ottobre 28, 2005

_disquilibruum_

c'è il sole ma tu stai dentro, col naso arrossato e un dolorino alla cervicale.
"adesso vanno di moda le t-shirts personalizzate" informa la tivù. una marea di bambini stranieri gioca sotto la tua finestra.
ma che musica è questa? abbassi il volume dello stereo e vai a prepararti un altro caffè. assomigli un po' a tav falco al tempo in cui questi esibiva strani baffetti e aveva i capelli in aria. il suo è stato l'ultimo concerto al quale hai assistito dal vivo... quanti anni fa, ormai? insettucoli diafani ronzano attorno al tuo cervello, mentre l'amico geco è sempre immobile sulla parete dietro al monitor (magari è crepato). sul forum für arbeit leggi le testimonianze di cinquantenni ingegneri, medici e tecnici specializzati costretti a fare i lavoratori interinali. dietro il nick di uno di loro ti pare di indovinare un tizio che conosci. quello che scrivono è realmente terribile, ma scrivere, raccontare ad altri, non allieverà le loro pene. all'improvviso hai una serie di flash, le sequenze di un incubo ad occhi aperti: capitani d'industria e azionisti guardano te e tutti gli altri disgraziati da balconcini ornati di fiori; li vedi sfregarsi le mani contenti, e il tuo cuore smette per un attimo di battere. ti aggrappi alla scrivania mentre ogni cosa tutt'intorno vacilla paurosamente. personaggi che tu non hai invitato entrano ed escono dal tuo soggiorno-studio: una tua ex ragazza poi diventata valletta, l'amico che morì di overdose subito dopo aver scoperto che suo padre - un politico locale - era in combutta con la mafia, un presentatore televisivo col parrucchino e lo smoking, l'attricetta di telefilm per ragazzi di cui tu da bambinetto eri innamorato e che in seguito intraprese una carriera nella pornografia... ancora la tua pompa non si rimette in moto. cominci ad annaspare arrotolato sul pavimento, ti colpisci il petto con i pugni, mentre il rockabilly di tav falco ti martella le sinapsi e l'intero globo terracqueo ruota sul proprio asse come una trottola. "ah... ihh... uàaah..." ti senti dire. Una bava verde-spumeggiante cola copiosamente dalla tua bocca contorta. poi, pian piano, ogni cosa si normalizza; riesci di nuovo a respirare, a fissare lo sguardo su oggetti a te familiari. le pareti stanno tremando. sta tremando ogni cosa. ma il mondo torna a ristabilizzarsi. fuori, i bambini giocano, due donne russe ciaccolano e ridono sulle scale, il computer è acceso, la tivù trasmette pubblicità, lo stereo ha una voce allegra e il sole tramonta lentamente dietro un palazzone popolare. ti rialzi su gambe incerte. sono le 16:16 del 28 ottobre 2005.

venerdì, ottobre 21, 2005

Recycle / Bycicle

Letteralmente.com, nella persona di Rosanna Deleo, ha chiesto di fare un'intervista a noi della Eloy Edictions. Dico "noi" anche se, dopo la dipartita di Thomas per l'Italia per "questioni di cuore", la nostra casa editrice è virtualmente ridotta a un solo responsabile: Walter Diociaiuti. Io ormai mi occupo quasi esclusivamente del web design.

E' logico che i nostri colleghi italiani siano curiosi di sapere com'è la situazione dell'editoria tedesca. Forse saranno delusi nell'apprendere che i problemi sono molto simili, se non gli stessi, di quelli che deve affrontare un editore del Belpaese.

Sebbene fondata appena un anno fa, la Eloy Edictions (www.eloyed.com) ha già raggiunto in Germania + paesi limitrofi uno status di popolarità davvero sorprendente. Walter Diociaiuti ne è il pilastro portante: lui è uno scrittore di "horror" (in Italia abbastanza noto tra gli appassionati del genere) trasferitosi in queste lande per 8rieccoci!) "ragioni di cuore". Walter ha imparato il tedesco sorprendentemente in fretta (chiunque sa quanto è ostica questa lingua!) e, dopo un po' che soggiornava qui, ha convocato me e un altro scrittore, tale Thomas Gleich, proponendoci il suo piano. Detto, fatto: racimolati i soldini necessari, siamo passati per l'Ufficio del Commercio di Augusta (ovvero Augsburg: la città nativa di Bertolt Brecht) e abbiamo registrato la nuova società.
Da allora ne è passata di acqua sotto i ponti! In seguito ad alcune - a quanto pare inevitabili - scocciature con gli organi del burokretinismus (che anche gli amici italiani tanto bene conoscono), abbiamo dovuto fare un "tuning" delle nostre vedute sul mondo letterario: ora finalmente sappiamo che non basta la pura passione, ma che bisogna pure arrabattarsi con diverse difficoltà di ordine... ehm... tecnico.

La particolarità maggiore della Eloy, rispetto alla marea di altre piccole case editrici attive sul mercato tedesco, è quella di intrattenere stretti rapporti con scrittori di lingua anglosassone, tutti sempre ben disposti a pubblicare per noi, evidentemente allettati dalla possibilità di estendere la loro fama anche in Europa.
Diociaiuti è il nostro "public relations man": nessuno meglio di lui conosce la scena della letteratura fantastica britannica e statunitense (soprattutto nel campo dell'horror). Io sarei l'esperto di fantascienza, anche se, a causa di attività extraeditoriali, ho ben poco tempo a disposizione, e mi limito perciò principalmente ad occuparmi dell'homepage. "Professor" Thomas Gleich, invece, era l'esperto di giallistica e responsabile del settore redazionale (correttorato incluso); nel frattempo ha abbandonato la Eloy, emigrando in... Italia, al seguito di una studentessa di lingue di Cuneo. Ora per il lettorato ci affidiamo a collaboratori/collaboratrici esterne, cosa che del resto è sempre avvenuta per il servizio di traduzioni e per grafica & layout.

La Eloy funziona secondo il principio: ogni libro deve finanziare quello successivo. Finora le cose sono andate benino, anche perché il nostro programma editoriale è di tutto rispetto, ovvero comprende molte firme autorevoli dell'horror, della fantasy e della science fiction. I grattacapi maggiori li abbiamo con la distribuzione: non bastano la homepage e una manciata di librerie sparse per tutto il territorio, bisognerebbe riuscire a distribuire in modo capillare, continuo, e soprattutto senza dover cedere il 60% del ricavato su ogni copia venduta (già: è questo che i distributori tedeschi pretendono).

Il passaggio da piccola casa editrice a casa editrice piccolo-media, dunque, si prospetta molto difficile. Per fare le cose veramente bene, ci vorrebbe un capitale minimo di 50-60 mila euro... Per fortuna, c'è l'entusiasmo a sorreggerci!

Abbiamo inserito nel programma anche il primo nome italiano: Danilo Arona, del quale stiamo traducendo un eccellente romanzo. Per il futuro prossimo venturo, contiamo su qualche partnership con case editrici italiane; finora abbiamo trovato molta disponibilità ma scarso impegno...






sabato, ottobre 15, 2005

Per Cat - Cap. V

Domenica. Finalmente una giornata libera. L'ho trascorsa stravaccato senza far nulla, a parte sorbirmi volontariamente le fesserie in tivù: quelle voci e quelle facce artificiali mi aiutano a non pensare troppo spesso a Cat. Verso il tardo pomeriggio ho deciso di uscire per arieggiare i miei polmoni, ma è stato un errore. Percorrendo le scialbe vie del mio quartiere e quelle ricche del centro, ho incominciato a riflettere sul lavoro, sul denaro e sui giochi di potere, sui rapporti interpersonali, sulla mia vita e su quella degli altri.
Dovunque io sia andato a lavorare, ho incontrato robot antropomorfi. Camminando per strada, mi imbatto in anime trasportate dal vento in balia del nulla. E il peggio è che non c'è scampo da nessuna parte. In questo Paese o in un altro è lo stesso: siamo una massa amorfa di imbecilli rimbambiti da programmi televisivi assurdi e spot pubblicitari.
Finalmente rientrato, mi sono preparato per mettere a segno uno dei colpi del "misterioso killer psicopatico", come mi definiscono i giornali.
Io ho una morale? Forse non più. Ma ho almeno uno scopo nella vita: vendicare la scomparsa del mio amore.
Cat...
Non sono stati dei teppistelli ad ucciderti, non è stato il gesto insensato di un automa dall'involucro umano. E' stata una società in coma irreversibile. Guardali: hanno occhi vividi, e molti vestono pure bene. Si muovono, parlano, vantano affari amorosi e coltivano passatempi vari. Queste persone sono al servizio della Grande Macchina e dei suoi pescecani; fanno parte dell'entourage di sgualdrine e sfruttatori. Sono i tuoi assassini.
Si diventa così per mancanza di sogni, ideali... forse illusioni. Loro sono quelli che già a scuola ti rovinavano la giornata. Soffrono e fanno soffrire. Eliminandoli, rendo un favore anche a loro.
Certo, sono un illuso: sono in troppi, è come combattere contro i mulini a vento. Ma io, se non altro, alla mia illusione so dare un corpo.
Il mio obiettivo stanotte è nuovamente uno di questi tormentatori tormentati. Si tratta di un politico locale. Sui trentacinque anni, l'aspetto di manager, gira in una decappottabile sportiva, è ancora scapolo, sniffa coca, imbarca spesso delle tredici-quattordicenni dell'Est Europa.
Lui ha ucciso Cat.
Tanto per cambiare, userò il coltello, non la scacciacani.
Mi apposto tra i cespugli fuori della sua villa e attendo il suo ritorno. Le due, le tre... Ecco infine i fari della sua auto. Sguscio fuori tra le ombre mentre lui parcheggia accanto al muro, presso l'ingresso. Avanzo come un felino. Molte sensazioni, molti odori; ma l'occhio non sfugge al controllo della mente. Questa mente che si difende dal dolore e dal disordine fingendosi a tratti mefistofelica.
Vedo che barcolla leggermente mentre si avvicina alla porta. Lo becco che ha ancora un piede sulla soglia e il mazzo di chiavi in mano. Volge di scatto la sua testa rasata. Ha le palle degli occhi infiammate, grosse, come sfaccettate. Un moscone.
La propria casa è un bel posto per essere assassinati. Lo spingo dentro. Lui impreca, grida; perciò lo metto a zittire maciullandogli la bocca con pochi ma ben assestati colpi di lama. Poi, pian piano, completo l'opera. Dura quasi fino all'alba.

Io ho una morale? Chiaro che sì.
Solco con passo lento le strade solitarie guardandomi ogni tanto alle spalle. La luna sta ancora là in alto. E' appannata, non offre un bello spettacolo. Un leggero soffio di vento crea agli incroci maelstrom di rifiuti assortiti. Una merda di cane o d'uomo decora la scalinata di un edificio pubblico. Defecatio matutina bona tamquam medicina.
Tra un po' dovrò andare al lavoro, ma l'idea non mi disturba più di tanto. Quest'oggi eseguirò le mie mansioni di schiavo senza protestare.

martedì, ottobre 11, 2005

Sull'ansia del nuovo

L'ansia del nuovo non è nulla di... nuovo. La vita - in senso di attività umana - si è sempre prodotta, si è sempre sviluppata (anche in direzione regressiva) imitando o ripudiando se stessa. E mai come negli ultimi decenni quest'ansia (forse innata nel genere umano) ha dato frutti tangibili.
Il mondo è, sotto la spinta della voglia di fare a pezzi il vecchio, decisamente cambiato. Ma... è cambiato in meglio?
Da un secolo e mezzo a questa parte, la tecnica ha proceduto a grandi balzi: la ferrovia, l'automobile, l'aereoplano... la posta, il telegrafo, il telefono, il telegrafo senza fili, Internet. Ma qualcosa ci dice che la palingenesi - nostra e dell'umanità intera - non risiede nel cosiddetto progresso.

Quello che ancora ci attende in questo Terzo Millennio lo abbiamo già visto tutti, soprattutto grazie al media televisivo: la globalizzazione dell'economia con conseguente aumento vertiginoso della disoccupazione, la follia terroristica di cui il 9 settembre 2001 è stato solo uno dei tanti episodi, le catastrofi (in)naturali quali il tsunami e l'uragano Katrina. L'Africa, parte dell'Asia e parte del Sudamerica sono perdute per sempre, schiavizzate da potenze senza scrupoli. Non c'è nessuna isola, nessun deserto, nessun villaggio remoto dove rifugiarsi: tutto è contaminato, lordato, rovinato per l'eternità. Ciascuno di noi è incatenato ai banali inferni di casa nostra.

Stabilito ciò, io non vedo altra speranza per l'individuo (per l'individuo, almeno, che ha la ventura di risiedere nel "dorato" Occidente) se non nella sua autoliberazione attraverso strategie alternative. Una di queste - alquanto utopistica - potrebbe essere rappresentata da una vincita al lotto o al totocalcio. L'altra è meno comoda e ugualmente difficile da realizzare: cercarsi una nicchia ai margini della società e combattere - o semplicemente sopravvivere - insieme a chi la pensa come lui. In una siffatta realtà, soprattutto l'artista deve imparare a farsi homo technologicus: in modo che almeno il suo messaggio circoli nella rete dei dati. Ma la questione principale, ovvero il procacciarsi a breve termine un tetto e cibo a sufficienza, rimane sempre irrisolta. Il pessimismo è d'uopo.

Accettasi proposte e suggerimenti su valide alternative di sopravvivenza.

sabato, ottobre 08, 2005

Music rules!!!

Scritta una recensione (bilingue) dell'ultimo album dei Randone (qui in italiano, qui in inglese)

e

inaugurato "Topolàin", un blog musicale rigorosamente nella lingua di Dante.

giovedì, settembre 29, 2005

Sound Fyles blog

Aperto il blog di Sound Fyles, che conterrà news, recensioni e commenti degli appassionati della musica.
La piattaforma è quella Yahoo.

mercoledì, settembre 21, 2005

Internet-Musik-Aktivität

Completata la pagina - in inglese - sul NEW WEIRD FOLK

(URL: http://www.sound-fyles.homepage.t-online.de/new-weird-folk.htm).

I giovanissimi Devendra Banhart, Joanna Newsom & Co. hanno iniziato una piccola rivoluzione musicale dal Regno Unito (e in parte dagli States, se consideriamo anche Animal Collective e il duo CocoRosie) andando a riscoprire Donovan, Nick Drake, Amazing Blondel e le folk-roots americane in un'operazione che ricorda quella condotta a suo tempo dal grande Alan Lomax e che fornì materiale e ispirazione a Dylan e Neil Young.

[All'indirizzo sopraindicato sono presenti alcuni tracks in formato .ram]

sabato, settembre 03, 2005

Per Cat - Cap. IV

Un martellio nella notte. Ci metto un po' prima di capire che non è dentro la mia testa. Qualcuno ha urlato, ma probabilmente sono stato io. E' sabato, rammento d'un tratto: giorno di lavoro per me.
"Lavoro", sì. Raramente, quando si parla di un serial killer, i media si occupano del suo hintergrund quotidiano. Certo, i "profiler" della polizia cercano di comprendere che genere di vita possa svolgere ("... sicuramente sulla mezza età, tipo dai modi gentili, va d'accordo con i vicini..." oppure: "... è ancora giovane, frequenta l'università, probabilmente uno studente fuori corso originario di una cittadina di provincia..."), ma in generale giornali e tivù si limitano a chiamarlo "pazzo assassino", senza indagare oltre.

Mi giro verso la sveglia: ancora dieci minuti perché la suoneria si scateni. La disinnesco e appoggio i piedi sul pavimento freddo.
Sono un lavoratore precario, uno di quelli che vengono ingaggiati dalle agenzie interinali e mandati qua e là a svolgere le incombenze più umili, di solito al posto di un operaio che ha le ferie o ha preso un giorno di libertà.
Si tratta di lavori strani: in fucine infernali, in afosi magazzini, in gelide cantine... lavare piatti, strofinare pavimenti, "stracciare" scatole di cartone, spalare merda... Sono quelle che io chiamo "le ore del miasma".
E' così che riesco a finanziarmi vitto e alloggio, sia pure a malapena. Sono ore di sfacelo spirituale, di mordersi le labbra a sangue nell'incassare offese a viso aperto e più o meno celati risolini di scherno da parte di chi il lavoro ce l'ha e se lo tiene ben stretto.

Cara Cat, lo so che non vorresti sapermi giù, ma, oltre alla tua inaudita scomparsa, è questa mia situazione ad aver fatto di me un assassino. Sono tempi veramente duri. Avevo sempre temuto che prima o poi io potessi finire in questo modo, schiavo di un sistema profittatore, ma fino ad adesso la parte ottimista di me aveva sempre avuto la meglio sull'altra, ovvero quella della nausea, del... miasma. Sono caduto (insieme a tantissimi altri, lo so, lo so) in un vortice profondo. Purtroppo non vedo prospettive a breve termine per uscirne. Ormai questa storia va avanti da qualche anno - un altro si sarebbe sicuramente impiccato o avrebbe fatto una carneficina in pieno giorno - e credo che solo un miracolo potrebbe salvarmi (forse la mia laurea in Filosofia?), ma io ai miracoli non credo, quindi...

Questo non vuole essere un piagnisteo, è solo uno sfogo, il solito sfogo davanti allo specchio, mentre raschio via la barba dalla mia tragica maschera. Non può aiutarmi nessuno, nemmeno il tuo fantasma gentile; forse solo io. Ma non so come...
Ora devo scendere in strada e recarmi all'angolo in cui un camioncino caricherà me e altri disgraziati come me per condurci nelle varie galere di follia. Tu non ti preoccupare per mie eventuali lacrime: suggeriscimi solo, mano a mano, chi devo far fuori, ed io eseguirò.

sabato, luglio 30, 2005

Per Cat - Cap. III

Eccomi qui: l'ultimo topo sulla nave che affonda. Già all'avvicinarsi delle prime nubi, tutti gli altri sono saltati sugli scogli e, agitando le code da ratti, hanno riso con gran baluginio di denti affilati.
Il vento che chiamano fön crea folate assassine nell'aria nera di questo pomeriggio di fine luglio; dietro una finestra del quartiere degli asociali, un bambino piange in aramaico mentre una madre bestemmia in una lingua che sembra un misto di turco e gotico.
Il dolore mi tira gli occhi all'ingiù. Sfioro i muri d'ardesia pieni di iscrizioni criptiche e ignoro le assurde accuse che mi lancia uno dei ratti invisibili (qualche adolescente che la notte prima dev'essere stato a un party andato a male): "Stronzo! Finocchio! Maledetto!" Non mi giro neppure a guardare, e con ciò devo aver finito per rovinargli completamente la giornata.
Il Vecchio abita all'ultimo piano di un'antica costruzione schiacciata dai proliferanti grattacieli dell'Èra Sociale. Un puzzo di cavoli si spande nell'aria: Via delle Vacche Carenti. Mi arrampico lungo la scalinata di muratura friabile e spingo la porta, che è solo socchiusa.
E' un rudere di forse cinquant'anni che ne dimostra almeno il doppio. Buttato su una lisa poltrona, sugge da una bottiglia un qualche vino da supermercato. Intanto, sul piccolo schermo Tom dà la caccia a Jerry, prendendole sempre. Il Vecchio torce il collo nodoso e apre su di me un occhio caccoloso. "Ah, sei qui" raglia raucamente. Deve aver riconosciuto, nei miei tratti ombrosi, il volere della Vendetta.
"Hai fatto del male a Kathleen, quand'era bambina" gli ricordo.
Lui torna ad abbassare la palpebra tempestata di molluschi e tace in segno affermativo.
Ha fatto del male a Kathleen, alla mia Cat. Il primo uomo a possederla, a penetrarla... quando lei era appena una scolaretta. Cat mi ha raccontato ogni cosa, fin nei minimi particolari. Non è stato facile ritrovare il suo padrigno; dopo che la madre di Cat ha chiesto e ottenuto il divorzio, lui è venuto a rintanarsi nel più oscuro dei buchi. E' valsa comunque la pena, in tutti questi anni, coltivare l'odio nei suoi confronti. Ora che Cat non c'è più, è giusto che il Vecchio paghi.
"Non c'è più" lo sento osservare sordamente, rivolto di nuovo verso lo schermo tivù. E, mentre il gatto Tom prende una megamartellata sulla testa dal topolino Jerry, prorompe in una sorta di piagnucolio disperato: "Che cazz...!"
Mi muovo piano nella misera abitazione. Tipico rifugio di un alcoolizzato che vive degli assegni di povertà. In bagno c'è un rasoio vecchio stile. Lo faccio scattare: sulla lama semiarrugginita si vedono i resti di peli di barba. Senza darmi la pena di ripulirlo, torno nell'altra stanza e mi avvicino alla poltrona.
"Le hai dato un dispiacere per la vita" gli dico. "Prima di incontrare me, aveva paura degli uomini, lo sai?"
L'occhio che nuovamente mi fissa ha venature rosse; nuvolette sulfuree si sollevano dal sorriso sgangherato che il rachitico zombie mi rivolge.
"Che cazz...!" ripete, mentre la lama fende l'aria.
Spalanco la finestra per arieggiare l'ambiente. C'è un che di consolatorio nell'idea che nemmeno il temporale appena scatenatosi potrà bastare a lavare tutto questo sangue.

giovedì, giugno 30, 2005

Per Cat - Cap. II

Sono arrivato alla notte per miracolo, completamente sturbato dai tanti lavori in corso e dalle tonnellate di decibel che riversate su di me. Mi avete "cotto" a puntino: ora sono pronto ad agire.
No, non è pipistrellino il mantello che indosso - piuttosto un trenchcoat à la Tenente Colombo. I vostri quartieri del centro sono esempi di tracotanza salvatisi dalle bombe dell'ultima guerra; vi avete installato delle telecamere, ma io sono l'ombra del mio corpo: non riuscirete mai ad identificarmi.
E' salda la porta del primo piano di questo stabilimento stile rococò. Non leggo neppure il nome sulla targhetta; busso direttamente.
Una colf di pelle bruna, non più giovane. La sposto di lato senza tanti complimenti e, mentre lei grida in segno di protesta, entro a grandi passi. Un corridoio che non finisce più, poi un grande salone.
Eccoli: padre, madre, tre figli di cui due in età adolescenziale; al tavolo per la cena, con la tivù accesa. Ignoro la colf alle mie spalle e tiro fuori la Luger.
Domani i giornali scriveranno: "Ha salvato soltanto la donna di servizio e la bambina di tre anni. Perché?"
Ricordatevi, ricordatevi tutti di Cat.

sabato, giugno 11, 2005

Per Cat - Cap. I

L'umanità non fa schifo; è solo stupida.
Cat giace sulla strada, il volto insanguinato, l'addome squarciato. Era bellissima; ora è solo un cadavere freddo.
"Kathleen Weise" osserva uno dei piedipiatti, tenendomi sotto il naso il documento d'identità con la foto di una ragazza di circa trent'anni. "La conosceva?"
Avrei voglia di strangolarlo, ma riesco solo a inghiottire le lacrime e ad annuire cupamente. Sa che era la mia compagna. Gliel'ho già detto un paio di volte.
Sospiro e rivolgo lo sguardo da tutte le parti, tranne su quel determinato punto sull'asfalto.
Cat, Cat, Cat... perché? perché? perché?
Mi portano in uno dei loro uffici di merda, dove mi rivolgono alcune domande. Io racconto la nostra storia, ma è troppo sdolcinata per i loro gusti. "Non le è stato rubato nulla, apparentemente. E' stato sicuramente qualche teppista, o meglio qualche folle. Sarà difficile scoprirlo. Di folli, come lei sa, ne circolano fin troppi..."
"Dovete acciuffarlo!"
"Sì, sì... Si calmi ora, va bene?"
Mi rilasciano senza neppure salutarmi.
Ritorno a vagare per le strade di questo mondo che è il mio e che voi inquinate. Guardo tutte queste facce che non assomigliano per niente alla mia, questi corpi ripugnanti, queste vostre macchine rumorose. No, non fate schifo; siete solo stupidi. Odio i vostri silenzi e le vostre risate, odio il vostro aspetto, le esalazioni che emanate, i vostri arnesi, mezzi, strumenti, le vostre goffe invenzioni. Siete il popolo delle tenebre che ha conquistato la luce, sottomettendola ai suoi indicibili capricci e spingendo me a dover vivere di nascosto.
Abbiamo perfino l'andatura diversa. La nostra è quella dei gatti, la vostra... beh... mi è troppo ripugnante descriverla. Camminate come vivete. Vivete come parlate. Chiamate "incidente" quel che è un accidente, affibbiate etichette, rigirate le parole nella nostra bocca, stravolgete i nostri ragionamenti... Ovvio che non avete colpe: la vostra stupidità è ereditata. Ma no, non riesco tuttavia a perdonarvi. Sono proprio gli stupidi a fare più male. Aspetterò finché non sarà calato il silenzio per potervi cancellare.

mercoledì, aprile 20, 2005

Il nuovo Papa

Molte le imperfezioni di carattere "topografico" nei media italiani all'annuncio dell'elezione del cardinale Ratzinger come nuovo papa Benedetto XVI. E' stato comunicato: "E' nato in un paesino della Bassa Baviera, Marktl, nei pressi di Passau." In realtà Marktl è in Alta Baviera, nei pressi di Ratisbona. La differenza tra Bassa e Alta Baviera è grande, e non solo perché la prima costituisce la parte nord e la seconda quella sud di questo Bundesland. E, ancora: "Ha studiato a 'Traunstìn'..." Ratzinger compì i suoi studi a Traunstein (sempre in Alta Baviera), che si pronuncia 'Traunstain'.

Marktl am Inn (ovvero sull'Inn) è un paesino di poco più di 2.000 anime. Tipico centro contadino, ha ben poco da offrire ai turisti, oltre al solito caratteristico scorcio paesaggistico (che è però ancora più caratteristico in altri angoli della Baviera). In un'intervista a caldo per la televisione tedesca, il sindaco di Marktl am Inn ha detto, con lo spiccato accento della sua regione, di essere "fiducioso che molti visitatori giungano qui da noi per ritemprarsi non solo spiritualmente, che alloggino per più di un giorno e che... consumino". Marktl, di cui Ratzinger è l'unico figlio celebre, registra i problemi tipici di tutti gli altri luoghi di Germania, dove l'economia ristagna, la disoccupazione cresce e, di conseguenza, anche il turismo interno è in crisi. Similmente a tutti gli altri piccoli centri tedeschi, non è assolutamente preparato ad accogliere visitatori dall'estero (spesso, negli alberghi e pensioni di questi paesini nessuno sa mettere insieme più di due parole in inglese), ma è possibile che, adesso che i "Marktler" possono vantare un papa, le finora rudimentali case di accoglienza (tutte a conduzione familiare) si attrezzino un po' meglio.

[Non distante da Marktl si trova Altötting (13.000 abitanti), sede di un "Santuario della Madonna Nera" e, quindi, meta di molti pellegrini cattolici. Ma anche nel caso di questa cittadina il non-tedesco (e persino il tedesco-ma-non-bavarese) trova difficoltà a trascorrere un soggiorno veramente rilassante e a sentirsi accettato. Prerogativa della Baviera rurale - profondamente cattolica - è quella di essere "chiusa" nei confronti dello "Zugroaster" ("Zugereister", cioè "uno venuto da fuori").]

mercoledì, aprile 06, 2005

NEWWORLD MACHINE

Non c'è nulla di paragonabile, - diceva - siamo un popolo meraviglioso, e viviamo in un'epoca meravigliosa. Paracadute e ferrovie; trabocchetti e cannoni grandinìfughi! I nostri piroscafi solcano ogni mare, e la valigia aerea di Nassau si dispone a iniziare servizi regolari (tariffa per andata o ritorno solo venti sterline) fra Londra e Timbuctù. E chi calcolerà l'immensa influenza sulla vita sociale, sulle arti, sul commercio, sulla letteratura che deriverà immediatamente dai grandi princìpi dell'elettromagnetismo?



Da: L'uomo "usato", di Edgar Allan Poe, in Stravaganze

mercoledì, marzo 23, 2005

2+2 = 5



Eccoci qui. Noi, i fratelli della notte.

Ricusiamo di essere catalogati ma siamo, incontestabilmente, ben riconoscibili da qualsiasi idiota. Il quale ci invidia o ci deride o entrambe le cose: appunto perché siamo come siamo.

Coltiviamo i nostri tubercoli standocene allumacati nello scanno davanti al monitor, gli occhi spalancati e le meningi tese al più piccolo movimento.

Ognuno di noi artista, internet-attivista, poeta del menga.

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Mi sembra giusto cominciare così - con un rapporto sullo stato di cose effettivo - tale mio blog. Che non so se mai continuerò.

Comunque, poiché ormai la consegna è: fare gli schiavi e mai recalcitrare, essere presenti ovunque, proteiformi e attivi fino alla follia, segnalo gli ultimi due progetti (modesti, in verità) in cui mi sono imbarcato:

1) una casa editrice con sede ad Augsburg (Germania) cui io e i miei due soci abbiamo dato il nome Eloy Edictions e
2) un sito musicale con recensioni, links, segnalazioni e quant'altro (Sound Fyles).

Chi inoltre ha gradito il mio romanzo I Canachi, sarà forse interessato a leggere un'altra mia opera letteraria: Giona, anche questo un romanzo online, scaricabile gratuitamente.